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La Sibilla

Che le donne marchigiane siano tutte un po’ streghe l’avrai sentito dire molte volte. Ma più difficilmente ti spieghi come mai, al suono di questo commento, in tante si inorgogliscano. Devi sapere che loro, queste donne così fiere, discendono dall’antica stirpe della Sibilla e non è un caso se le montagne più affascinanti della zona si chiamino proprio così: Sibillini.

Secondo la leggenda, la Sibilla Appenninica era (o è?) una superba maga e indovina, regina di un mondo sotterraneo a dir poco paradisiaco, il cui accesso è pressoché sconosciuto ai mortali. Fiumi di latte, ninfe della bellezza incantatrice, clima eccezionalmente mite e tutto il resto. Si narra che in tanti si siano smarriti cercandone l’ingresso da una misteriosa grotta, situata da qualche parte sulla vetta di quel monte che dalla maga prende il nome.

I passaparola dei più anziani raccontano della Sibilla come di una creatura buona, incantatrice certo, ma solo con i più stolti. Colta, conoscitrice della medicina più antica e dell’astronomia e veggente. I suoi responsi sono famosi per il linguaggio forbito e misterioso, in grado di risvegliare solo le coscienze più illuminate.

Fatto sta che le ninfe sue seguaci erano solite sgattaiolare ogni notte fuori dal regno per esplorare l’ignoto mondo degli umani: nuotavano senza veli tra le acque del Lago di Pilato, danzavano per ore con i giovani di Foce e Montemonaco (lasciandoli ben più inebetiti di come li avessero trovati), insegnavano la filatura della lana a giovani apprendiste. Svelte, acute e brillanti, niente in confronto alle svenevoli principesse delle fiabe e rapidissime nel rintanarsi in grotta al sorgere del sole.

No, non avevano le ali, ma degli ispidi zoccoli caprini al posto dei piedi.

Che tu ci creda o no, ci sono delle zone ancora molto magiche alle pendici delle nostre montagne, dove alcuni giorni riecheggiano risate beffarde e mormorii. Non possiamo giurarlo, ma alcuni dei nostri, durante gli scavi nelle zone più impervie dell’entroterra, dove installare la fibra è una sfida da cavalieri, hanno avuto la percezione di non essere mai soli…

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