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La leggenda di Pierosara (Genga)

Gli amori infelici ci struggono da sempre, non c’è scontro generazionale che tenga. Da sempre, di focolare in focolare prima e oggigiorno clic dopo clic, i racconti si arricchiscono e assumono tinte sempre più tragiche. Chissà cosa è rimasto di vero nella famosa leggenda del piccolo paesino ai piedi di Genga, Pierosara?

C’era una volta Sara, incantevole fanciulla abitante quello che allora si chiamava Castrum Petrosum. Te la immagini? Pelle diafana, occhi chiari, lunghissimi capelli biondi? O forse aveva lentiggini ai lati del naso, una simpatica faccia paffuta e pelle screpolata dal troppo vento e dal troppo sole? 

Immagina Sara come vuoi tu, questo è il bello delle leggende. Poi immagina un giovane, Piero, suo promesso sposo, baldanzoso e pieno di muscoli, il più bravo tra i maniscalchi del paese. Oppure un timido calzolaio che le scriveva poesie d’amore? 

Chiudi gli occhi, li vedi Piero e Sara? Che la leggenda abbia inizio…

In un tempo non definito, abitavano due giovani innamorati, Piero e Sara. Vivevano in armonia con il resto del paese, da tutti benvoluti per gentilezza e solarità. Ma un brutto giorno, mentre la pulzella trotterellava di fiore in fiore ed empiva il suo cesto di ranuncoli e anemoni, un’ombra minacciosa di uomo a cavallo la sormontò. Era il famigerato Conte di Rovellone, uomo senza scrupoli e grande spione, che aveva seguito la damigella lungo i sentieri di montagna, bramandola sempre di più ad ogni passo. E così, come si confà a uomini rozzi, mangiatori di cacciagione senza pietà, una notte entrò nel castello e la rapì: invero l’opera non fu faticosa, bastò il fetore del grasso feudatario a far svenire la gentile creatura. 

Albeggiava e tutto il paese, Piero per primo, s’accorsero della malefatta e iniziarono una violenta battaglia contro i cavalieri seguaci del conte di Rovellone. Risse, guazzabugli e armi furono letali per Sara, che fu colpita per errore proprio dal suo rapitore. Sopraggiunto Piero, piombò addosso all’uccisore, il quale, brandendo una scure, colpì anche lo sfortunato giovane che cadde morente vicino alla sua giovane amata e con un ultimo abbraccio le spirò accanto.

Sta scendendo una lacrima anche a te vero?

Ebbene, quello che oggi si chiama Pierosara è un paesino arroccato e affascinante, a due passi dalle Grotte di Frasassi e nel cuore verdeggiante del Parco della Gola della Rossa. Vale la pena farci un salto e passare tra quei sentieri pieni di boccioli… i più anziani dicono che in certi giorni, quando il vento s’incanala tra le fronde, echeggiano le risate felici di due giovani che morirono abbracciati. 

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